E fra i rischi vi è certamente quello di uno scollamento fra realtà della nostra vita e realtà virtuale, quel mondo in cui il 68% si propone in maniera diversa da quella che è la propria realtà (è notizia di un recente sondaggio britannico), tendendo a rendere le notizie che riguardano la propria persona più interessanti. Con la conseguenza, specialmente per i più giovani, di identificarsi nel proprio profilo social più che nella loro reale personalità. Parliamo di tutto questo con il Prof. Federico Tonioni, Responsabile dell'Ambulatorio per le Dipendenze da Internet del Policlinico Agostino Gemelli di Roma che ci ha spiegato come sia normale, negli anni della crescita, sentire il bisogno di essere altro da sè, ma che se questo altro da sè rimane una nostra fantasia non condiziona la nostra realtà, mentre se lo manifestiamo su un profilo Facebook ci costringe poi ad essere all'altezza di quel profilo, col rischio di generare una "amnesia digitale" in cui si tende a dimenticare chi si è veramente per conformarsi al personaggio che ci siamo costruiti e che contribuisce a creare quella "fama digitale" (quanti followers, quanti likes...) così importante per gli adolescenti. E se esplorare la propria psiche e sperimentare emozioni e fantasie sono un passaggio naturale della crescita i rischio di farlo attraverso uno schermo di computer è che la relazione interpersonale, quella fatta del contatto visivo e del confronto corporeo diventi sempre più difficile perchè le modalità espressive cambiano e non sempre i giovani sono preparati a "trasferire" le emozioni dal mondo digitale al mondo reale. E con il Professore vedremo anche quale è il ruolo della famiglia nel passaggio delicato dell'adolescenza oggi, tra cyberbullismo e dipendenze da internet da un lato, e bisogno di conferme affettive e stabilità emotiva dall'altra.